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Alle porte dell’alba

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I chiodi non hanno più le parole,
solo il grido estremo, poi il silenzio.

Lo squarcio nel petto ha mostrato il vuoto,
immagine dell'assenza; ne sarà
la pietra scostata
il significante. E ancora silenzio.

Nella solitudine degli occhi
lo sgomento dell'indecifrabilità. Cadono
dal legno scorticato a sangue
gocce scintillanti di miraggi, muta la speranza,
vocata claustrale all'attesa
nel grembo sospeso del silenzio.

Schiaccia la notte
il costato trafitto, eppure
trafiggerà la pietra la luce
alle porte dell'alba.

 Laura Turra - 23/08/2019 14:52:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Il distico iniziale è un’apertura magnifica e potente di un testo bellissimo e forte, tutto pervaso dal silenzio, dal mutismo attonito che avvolge la Passione (muta anche la speranza, chiamata all’attesa). Fino ai versi finali dove nella notte schiacciata dalle piaghe di Cristo è prefigurata la Risurrezione.
Gil, grazie di questa splendida poesia. Ti abbraccio

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